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Archivi del mese: marzo 2014

“La scuola anarchica” di Marcello Cobino: 1° ebook anticopyright (all rights renounced) rilasciato in PDA

“Semplicità e chiarezza” nell’esposizione sono il requisito fondamentale per una buona lettura, ma anche un “dovere morale” per ogni intellettuale che vuole comunicare agli altri le proprie idee, come sosteneva Nicola Abbagnano.

Il 1° ebook anticopyright (all rights renounced) rilasciato in PDA da Marcello Cobino intitolato “La scuola anarchica”, con semplicità espositiva e spontaneità, offre a dei lettori attenti e sensibili, la tematica della scolarizzazione e dell’educazione e si propone di individuare in prospettiva le idee-azioni formative per favorire la crescita di una generazione di individui più critici ed aperti alla diversità.

L’uomo ha tentato e tenta tutte le vie possibili per comprendere se stesso, gli altri e il mondo e ad ogni tentativo non riuscito, sosterrà un altro tentativo per rinnovare il lungo cammino della conoscenza di sè ed è proprio il campo dell’educazione il terreno fertile per proporre un cambiamento futuro.

Questo impegno culturale impone una nuova cornice ideologica per ripensare l’esperienza del “fare scuola”. Costretti alla frammentazione del sapere, alla discontinuità e al cambiamento repentino della nostra società, non possiamo più ridurre tutto il percorso della nostra conoscenza alla semplice acquisizione di competenze.

Dobbiamo quindi pensare ad una scuola che educhi attraverso la trasmissione non soltanto delle competenze e dei saperi ma anche delle abilità, nel senso di saper applicare le conoscenze e usare il know how necessario per portare a termine compiti e risolvere problemi. Diventa cruciale educare alla creatività cioè al pensiero risolutore e produttivo: scoprire un modo nuovo di interpretare un problema consueto per inventare qualcosa che prima non c’era. Chi possiede una personalità creativa si distingue sempre per l’apertura, la disponibilità e la libertà nel gestire i propri rapporti emotivi e intellettivi con la realtà in cui vive.

Allora alla domanda “chi educhiamo?” ovviamente rispondiamo “la persona” e cioè un essere unico ed irripetibile, perché chiunque è un individuo unico ed irripetibile e quando si relaziona con la realtà esterna scopre gli altri, gli eventi del presente e del passato: le esperienze tracciate dagli altri appunto.

Arte, storia, letteratura, scienza, tecnica, sono tracciati, percorsi lasciati in dono da altre persone, e sono lì a disposizione per tutti quelli che vogliono conoscerli e diffonderli.

In questo contesto si inserisce il libro di Marcello Cobino, che ci invita a pensare una scuola diversa in una società costruita su valori totalmente condivisi fra le persone e mai canonizzati dall’uso e dall’imposizione esterna. L’intento dell’autore è quello di analizzare i fattori identificativi della pedagogia libertaria, che possano rendere l’educazione svincolata dalla pratica del “dominio” come trasmissione di valori conformi alla cultura istituzionalizzata. Ci parla, cioè, di una scuola basata sulla comunicazione e trasmissione di conoscenze sperimentabili nella pratica quotidiana, legate alle proprie esigenze e coltivando una nuova mentalità critica.

Pensare una scuola diversa vuol dire innanzitutto superare il concetto di “luogo di reclusione” qual è quella attuale, auspicando un ambiente fisico accogliente nella forma e nella struttura, ricco di spazi aperti, naturali, dove le diversità presenti e le differenze di ognuno, contribuiscono a far crescere il luogo stesso e la persona. Solo così la scuola può educare, riconoscendo lo stile cognitivo proprio di ogni studente, lasciando la genericità e la standardizzazione, perché non è pensabile e non è più accettabile una scuola costruita su un modello unico, coercitivo, di studente astratto.

Troppi “drop out” per senso d’inadeguatezza alla scuola sono il sintomo della distanza dai bisogni reali degli studenti. Il cambiamento e il rinnovamento non possono derivare dall’applicazione di decreti e direttive calati dall’alto e imposti dalle norme: lo escludono la natura stessa dei processi di apprendimento che si realizzano nella realtà di dinamiche relazionali assai complesse che dipingono la rete dei rapporti umani. Ogni scuola dovrebbe insomma diventare un cantiere di lavoro con attività sempre nuove e così poter sperimentare giorno per giorno le proprie potenzialità.

Per funzionare l’istituzione scuola si organizza intorno a tre aspetti determinanti la crescita dello studente: comunicazione, socializzazione e apprendimento. Questi tre aspetti non stanno in un rapporto di successione, ma in comunione dialettica e si presentano come fattori-chiave della vita scolastica. A tutti e tre gli aspetti o momenti corrisponde la presenza più o meno pervasiva dell’affettività che è al centro dei processi comunicativi: emozioni, passioni, sensazioni, tensioni e conflitti. Di qui nasce la comunicazione educativa che si svolge sempre nelle sue complesse dinamiche.

La scuola nuova ovviamente si avvale di aspetti non-autoritari e solo depurandola da tali connotazioni, nel rapporto educativo si può attuare una comunicazione lontana da sospetti e resistenze e dal dannosissimo effetto-Pigmalione. In questo modo l’insegnante ristrutturato dai ruoli tecnico-didattico, da etico-civile e da socio-politico deve farsi terapeutico-analitico e cioè un “consigliere” per progettare-gestire-controllare il suo percorso educativo-pedagogico e psicologico. Per superare lo “stare in classe”, l’insegnante dovrà possedere una sensibilità capace di comprendere sé e l’altro e di riprogettarsi continuamente.

Insomma l’insegnante come persona libera, consapevole di sé e del proprio discusso sapere, si mette responsabilmente a disposizione di altrettante persone in crescita, per “orientarle” nella vita e a tutte quelle conoscenze da acquisire in piena libertà!

Rosella Federigi

AUTOPRODUZIONE ANTICOPYRIGHT: LE NUOVE BOTTIGLIE SEMENZAIO

A circa 2 anni di distanza dalla “Guida pratica BIOsCAMBIO n°1: la bottiglia semenzaio”  del 2012, metodo ideato da Domenico Vitiello (alias_mimmo) e Rosella Federigi (esuviana) del GASeS di Pisa, finalmente gli autori pubblicano la nuova versione del metodo delle bottiglie semenzaio  “Guida pratica BIOsCAMBIO n°2: le nuove bottiglie semenzaio” metodo molto migliorato, più efficace e semplice da realizzare.

Quali le sostanziali differenze rispetto al metodo precedente:

1)  Eliminazione dei bicchierini monouso in plastica

Bottiglia semenzaio (piena di terriccio e vuota)

nel nuovo metodo si usano solo e direttamente i vuoti delle bottiglie di plastica ricavando, dalla metà inferiore il serbatoio in cui mettere l’acqua e dalla metà superiore il recipiente che dovrà contenere il terriccio per la semina, che viene inserito nel serbatoio col tappo rivolto verso il basso e su quest’ultimo vengono realizzati alcuni fori con la punta di un chiodo per consentire la risalita capillare dell’acqua;

2) Notevole riduzione dei volumi di acqua per l’irrigazione

L’acqua contenuta nel serbatoio è di soli 300 cc rispetto ai circa 1.200 del metodo precedente, e per ripristinarla basta semplicemente sollevare la metà superiore contenente il terriccio e versare l’acqua da una bottiglia, fino ai 2/3 del serbatoio, in modo da sommergere completamente il tappo. Tra il tappo del collo di bottiglia contenente il terriccio e il fondo del serbatoio, bisogna che rimanga uno spazio di circa 1 cm per permettere sia uno stabile appoggio della parte superiore sulle pareti del serbatoio, che la risalita dell’acqua.

3) Creazione, in fase di ripicchettamento delle piantine, di 4 settori con un semplice foglio di carta ripiegato (metodo origami)

Bottiglia semenzaio con cartoncino creasettori

Dicevamo che i bicchierini monouso in plastica adoperati nel precedente metocdo anche in fase di ripicchettamento sono stati eliminati e le piantine vengono ripicchettate direttamente in altri contenitori adoperando un sistema di settorizzazione del terriccio in 4 alveoli, tramite semplici fogli di carta di cm 20 x 20 (di quella un po’ più rigida) appositamente ripiegati.

4) Creazione di coperture di protezione da uccelli, lumache e insetti vari, ricavandone 2 per ogni bottiglia

 Bottiglie semenzaio con serrette di copertura

Alcune specie ortive appena spuntate dal seme sono subito preda di insetti, uccellini, lumache, ecc, per cui è bene proteggere i germogli nella primissima fase di crescita realizzando delle semplici copertura ad incastro sui vasetti. Da ogni vuoto di bottiglia possono essere realizzate due copertura, una dalla metà inferiore e l’altra dalla metà superiore, sulle quali si ritagliano 2 alette e 4 incastri oltre ai buchi per l’aerazione. In caso di eccessiva condensa di vapore acque sulle pareti interne della copertura si può anche pensare di togliere il tappo e coprire con un pezzettino di retina antinsetto fissata con un semplice elastico).

5) realizzazione dei buchi con chiodo riscaldato per il collegamento in serie delle bottiglie per il ripristino del livello dell’acqua tramite il principio fisico dei vasi comunicanti

Batteria di nuove bottiglie semenzaio collegate tra loro (3 + 1 serbatoio)

Se si possiede buona manualità, uin po’ di pazienza e tempo a disposizione, ma soprattutto se si ha la necessità di fare molte piantine per il trapianto, allora si può anche pensare di realizzare lunghe batterie di bottiglie semenzaio collegate tra loro da tubicini da 8 mm di diametro lasciando, in capofila, un unico serbatoio per ripristinare i livelli di acqua utilizzando il principio fisico dei vasi comunicanti. I fori per l’inserimento del tubicino vengono realizzati “a caldo” con la testa di un chiodo riscaldato sulla fiamma di un fornellino (dev’esserer rovente ma non incandescente), mentre le guarnizioniper la tenuta perfetta dell’acqua vengono fatte avvolgendo più volte (a seconda della necessità) del semplice scotch alle due estremità dei segmenti di tubicino.

Attenzione a riempire tutti i serbatoi a partire dall’unico in capofila e attendendo pazientemente che l’acqua fluisca a tutti gli altri, altrimenti si rischia di creare bolle d’aria all’interno dei tubicini che interromperebbero il passaggio dell’acqua e a tenere il livello dell’acqua appena ad di sopra dei tappi in modo che questi ultimi siano completamente sommersi.

Inutile dire che il nuovo metodo delle bottiglie semenzaio, come il precedente, è stato ideato anche per il riutilizzo dei vuoti delle bottiglie di plastica, funziona a dovere ed  è pubblicato in anticopyright (PDA – Pubblico Dominio Antiscadenza), per cui diffondetelo quanto più potete e perfezionatelo pure (se vi riesce farlo naturalmente -;)) ma non dimenticate di comunicarci eventuali migliorie al metodo.

Clicca qui per il VIDEO NUOVE BOTTIGLIE SEMENZAIO 2014

Il video pubblicato su youtube, della durata di 27:15 min., mostra step by step tutte le fasi per la costruzione delle nuove bottiglie semenzaio ed è suddiviso in 5 parti:

I PARTE: La nuova bottiglia semenzaio (min. 0:14 => 3:29)

II PARTE: Coperture a incastro (min. 3:32 => 9:17)

III PARTE: Divisore in cartoncino (4 settori) (min. 9:18 => 14:47)

IV PARTE: Batteria di bottiglie semenzaio (min. 14:48 => 25:12)

V PARTE: Trapianto in orto (min. 25:14 => 25:45)

Per le musiche che accompagnano il video, abbiamo voluto privilegiare i nostri amici autori, tra i quali Luca Leggero con il suo primo brano anticopyright rilasciato in PDA – Pubblico Dominio Antiscadenza nel 2013 intitolato Something around Prince (as copyright symbol), un pezzo fatto assemblando frammenti di canzoni di Prince, immaginando che i brani musicali utilizzati si liberino e diventino di pubblico dominio. Quindi Marcello Cobino, anch’egli esponente anticopyright, già autore del 1° ebook anticopyright La scuola anarchica, qui in veste di chitarrista dei Soylent Tree con il brano “Enkidu” tratto dall’album Acid Blood del 2011. Infine Papamystic, un utente di BIOsCAMBIO, con i suoi 2 brani “Amara terra mia” e “Tenime assùle stu’pianète”. Apre e chiude il video il bel brano “Children of sound” dei Project Divinity tratto da Dharma Armada del 2009.

Per realizzare il video, ho dovuto trascurare per un po’ le mie piantine che però sapranno certamente perdonarmi… -;)

Sperando di aver fatto cosa utile, io e Rosella auguriamo una buona semina e buona autoproduzione a tutti!

Domenico (alias_mimmo)

Guarda anche l’articolo su GreenMe.it 

Pubblicato il 1° testo AA.VV. anticopyright “DISTANTI/DIVERSI: per una cultura anticopyright”

La copertina del libro

Finalmente è possibile scaricare dalla pagina del Forum Anticopyrightpedia http://www.anticopyrightpedia.org/forum/viewtopic.php?f=16&t=433 il testo del 1° libro anticopyright AA.VV. (all rights renounced) rilasciato in PDA – Pubblico Dominio Antiscadenza e intitolato “DISTANTI/DIVERSI: per una cultura anticopyright“.

Il testo è liberamente scaricabile nei formati PDF, EPUB (ebook per e-reader) e in cartella zippata coi 3 file (testo in ODT + sequenza per la stampa & istruzioni per l’uso + immagine copertina) utili per la rilegatura a mano.

A breve sarà anche possibile consultare la copia cartacea del testo (che verrà inserita in catalogo Bibliotecario Nazionale OPAC) tramite prestito interbibliotecario da qualunque biblioteca pubblica d’Italia. Appena possibile, sarà comunicato il relativo numero di collocazione SBN (Sistema Bibliotecario Nazionale) nella suddetta pagina del Forum Anticopyrightpedia dedicata al testo.

Il libro, che nella versione cartacea (con rilegatura a mano) consiste di 112 pagine, comprende articoli originali di ben 11 autori, tutti aderenti al progetto Anticopyrightpedia e che ringrazio calorosamente per avere accolto il mio appello e contribuito alla realizzazione di questa singolare opera collettiva.

Li cito nell’ordine di apparizione nel testo (che è quello alfabetico):

Altipiani azionanti

Rosella Federigi

Astrid Agius & Gennaro Francione

Francesco Monda

Nudomafelice

Raffaele Puglisi

Gianni Ruggi

Alessandro Scarpellini

Giacomo Verde

Domenico Vitiello

Gli argomenti trattati spaziano dalla politica, alla saggistica, alla scienza, all’arte postmoderna, alla poesia, alla cultura in generale e finanche alla “scrittura scenica” con la pubblicazione del primo testo teatrale anticopyright di Agius & Francione “La lezione d’inglese”.

Naturalmente il libro non è possibile acquistarlo in alcun luogo e mi auguro che sarete in tanti ad autoprodurverlo col metodo FAI DA TE della stampa in casa e  rilegatura a mano: io ho voluto solo dimostrare che con un po’ di impegno (ma neanche tanto) e pochissima spesa è possibile fare anche questo ma, soprattutto, ho voluto chiarire che l’anticopyright della libera cultura passa per l’autoproduzione!

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